Senza glutine a Istanbul: si può sopravvivere?

La Turchia è una meta sicuramente in ascesa, con splendide città, posti incantati e spiagge da sogno. A inizio giugno, sono stata un weekend a Istanbul e per tutti gli amici celiaci che stanno leggendo, risponderò a una domanda che solitamente mi pongo sempre quando parto per un viaggio: si può sopravvivere mangiando senza glutine a Istanbul?

Senza glutine a Istanbul: si può sopravvivere?

Purtroppo, per un celiaco non sarà proprio facilissimo comunicare la propria intolleranza. In praticamente tutti i locali in cui sono stata, quando comunicavo di aver bisogno di mangiare gluten free, mi guardavano con un po’ di sgomento e, quindi, dovevo specificare cosa non potessi mangiare. Insomma, la celiachia qui non è ancora arrivata!

In realtà, avrete tante possibilità di scegliere piatti senza glutine, perché la carne alla griglia è il piatto che va per la maggiore, però dovrete specificare di non mettere il pane, la tipica pita che accompagna praticamente SEMPRE, nello stesso piatto.
Ditelo anche più di una volta, perché non capiscono sempre al volo. 

Ho avuto anche problemi con la colazione senza glutine a Istanbul. Infatti, era inclusa nel nostro soggiorno in hotel, ma non sono mai riuscita a farmi capire dalla reception o dai camerieri nel ristorante per avere qualcosa gluten free. Mi sono accontentata per due giorni di yogurt e un bicchiere di succo alla mela. Non proprio benissimo diciamo. 

Senza glutine a Istanbul: dove mangiare

Ora, però, passiamo alle note positive, perché i locali che ho testato io sono sempre stati attenti alle mie esigenze, anche se a volte con qualche piccolo intatto dato dalla mancata conoscenza, secondo me, di questa intolleranza.
Ve l’ho detto: la celiachia a Istanbul non esiste!

Hamdi Restaurant

Per il mio primo pranzo senza glutine a Istanbul avevo scelto un ristorante con ottime recensioni e una vista splendida sul canale ponte di Galata. Si tratta dell’Hamdi Restaurant, che inizialmente era solamente una bancarella ambulante a pochi passi dalla Moschea Nuova, ma che serviva kebab talmente buoni che ha avuto un successo incredibile, acquistando l’edificio alle sue spalle.

La vista dalla sua terrazza è meravigliosa davvero: Galata, la Moschea Nuova, Sultanahmet e il Bosforo. Se siete fortunati, qualche gatto passerà dalla finestra della terrazza, ma non preoccupatevi, perché non è troppo in alto: in realtà, ci sono i tetti dei palazzi attorno, poco più in basso, che lo proteggono dalle cadute.
Per mangiare senza glutine a Istanbul non posso che consigliarvi questo locale, perché riuscirà a spiegarvi quali piatti potete o non potete mangiare. Io vi consiglio lo spiedino kebab al pistacchio, che ho trovato davvero eccezionale, ma anche l’hummus della casa, tipico piatto turco che dovreste proprio assaggiare! 

Senza glutine a Istanbul: Hamdi Restaurant
Senza glutine a Istanbul: Hamdi Restaurant

Io sono stata a pranzo all’Hamdi Restaurant perché si trova in una posizione davvero strategica, tra la zona di Sultanahmet, dove si trovano la Moschea Blu, Santa Sofia e la Basilica Cisterna, e il ponte di Galata, che vi farà raggiungere la parte opposta della città, con la torre e il quartiere più moderno.

Rakofoli 

A cena, invece, vi consiglio sicuramente di mangiare in una terrazza della città.
Io ho scelto Rakofoli, soprattutto per la vista stupenda che sapevo avrei avuto dal suo rooftop, ma anche perché avevo letto ottime recensioni riguardo la carne grigliata che viene cucinata proprio qui.

È proprio qui che c’è stato un piccolo inciampo nella mia avventura senza glutine a Istanbul. Infatti, dopo aver assaggiato anche il loro delizioso hummus, con pita portata fortunatamente a parte, è stato il turno della grigliata di carne mista. Avevo già ribadito di mettere il pane a parte, ma ho trovato una pita arrotolata nel centro del piatto. Mi sono detto di non rompere le scatole e ho cercato di prendere solo la carne lontana dalla pita, ma quando ho tolto i primi pezzi dal piatto, mi sono accorta che tutta la carne era posizionata su una pita stesa.

Insomma, una disdetta. Ho dovuto chiamare un cameriere, per dire un’altra volta che non potevo mangiare il pane, perché sono celiaca. Dopo un’infinità di scuse anche da parte di quello che penso fosse il responsabile, mi arriva nuovamente la grigliata, questa volta senza pane. Sono, purtroppo, i rischi del mangiare fuori per noi celiaci, che esistono SEMPRE.

Senza glutine a Istanbul: Rakofoli
Senza glutine a Istanbul: Rakofoli

Last Ottoman Café and Restaurant

Per ultimo, ma non per importanze, il posto dove vi consiglio principalmente di andare, se dovete mangiare senza glutine a Istanbul. Sto parlando di Last Ottoman Café and Restaurant, un piccolo locale molto suggestivo e colorato che si trova nel quartiere di Sultanahmet. Io l’ho scelto per caso, perché era vicino all’hotel, ma se torno a Istanbul, devo per forza tornare qui. Ora vi spiego perché. 

Quando ho spiegato al cameriere cosa non potevo mangiare, questo tenerissimo e gentilissimo ragazzo ha annuito con forza e mi ha detto di aver capito. Abbiamo ordinato un Pottery Kebap, che è carne cotta in un vaso di terracotta, con pomodori, peperoni, funghi, cipolla, aglio e spezie. Mi ha assicurato che non ci fosse nessun tipo di pane insieme, ma che l’avrebbe portato a parte. Non mi fidavo troppo dopo l’esperienza precedente, ma che dovevo fare? Ho aspettato. 

Prima di portarci il vaso di terracotta, molto gentilmente ci ha offerto una zuppa di lenticchie. Anzi, l’ha offerta solo a mio zio, il mio compagno di questo viaggio, scusandomi per non potermela servire, ma conteneva farina, quindi non avrei potuto mangiarlo. Mi stavo quasi per emozionare, perché è stata la prima volta a Istanbul che mi sono sentita ascoltata. 

Quando ci ha servito invece il Pottery Kebap, che, oltre ad essere buonissimo, viene cucinato con uno spettacolo di fuoco che vale da sola il piatto, ha portato a mio zio la pita e due contorno: patatine fritte e riso. A me, invece, ha portato solo le patatine e un po’ di insalata, perché mi ha spiegato che nel riso c’erano anche dei chicchi che non avrei potuto mangiare.

Il Pottery Kebap del Last Ottoman Café and Restaurant
Il Pottery Kebap del Last Ottoman Café and Restaurant

Insomma, mangiare senza glutine a Istanbul, per me, vuol dire andare sicuramente al Last Ottoman Café and Restaurant, perché è il primo posto in cui mi sono sentita sicura di mangiare quello che avevo nel piatto. Insomma, è nella mia lista dei luoghi in cui tornare quando visiterò di nuovo Istanbul, perché succederà!

Senza glutine a Istanbul: si può sopravvivere?

Quindi, per tornare alla domanda “si può sopravvivere mangiando senza glutine a Istanbul”, la risposta è “sì”, ma dovete davvero stare super attenti e ripetere anche più volte che cosa vuol dire essere celiaci. Soprattutto, non fatevi abbattere, perché qui ci sono spesso piatti che sono privi di glutine, quindi nel caso non riusciate a farvi capire basterà scegliere uno di quelli. 

Ora vorrei sapere da voi se siete stati in qualche posto, in Europa o nel mondo, dove vi siete sentiti spaesati, perché non capivano la vostra intolleranza alimentare. Raccontatemi qualche vostra esperienza!

22 commenti su “Senza glutine a Istanbul: si può sopravvivere?”

  1. Anche se non sono celiaca il pottery kebab lo assaggerei proprio volentieri!! In ogni caso onore alle persone che si sono messe a disposizione per ascoltare la descrizione di quello che può o non può mangiare una persona celiaca però mi chiedo se davvero in Turchia questo problema non esiste oppure semplicemente non viene individuato

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    • Sarei curiosa anche io di saperlo! Siccome sono sicura di tornare, perché mi sono proprio innamorata di Istanbul, mi informerò su queste cosa.
      Ps. Il pottery kebab è un MUST TO EAT!

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  2. Non mi è capitato di sentirmi spaesata perché non ho intolleranze alimentari, ma ho vissuto questa cosa con mia mamma che pur non avendo intolleranze, ha tutta una serie di cose che deve evitare per un problema di salute che ha avuto in passato. E non sai quante volte i camerieri fanno quella faccia come per dire: “Vabbé, questa è un’altra rompiballe”! Ma per fortuna ci sono anche persone che si sforzano di capire e di venirti incontro.

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    • Infatti quando trovo camerieri che ascoltano e capiscono, o cercando di capire, mi si riempie il cuore e tornerei sempre lì. Peccato che dovrebbe essere la regola, non un’eccezione!

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  3. Comunque è incredibile che la celiachia in alcuni paesi sia ancora così sconosciuta, per me che ho anche una super sensibilità alle contaminazioni sarebbe stato un problema ancora più grande.
    Una curiosità, avevi mica stampato la carta del celiaco da esibire? Io la porto solo in Giappone, ma alla fine l’ultima volta non mi è nemmeno servita.

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    • Ma secondo te non fanno neanche diagnosi di celiachia quindi?
      Comunque la carta del celiaco l’avevo portata con me in Thailandia ma mi è servita meno di zero, quindi da allora non la porto più.

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        • Ciao! La carta del celiaco è praticamente una carta da scaricare online, in qualsiasi lingua tu scelga, in cui c’è scritto tutto ciò che un celiaco non può mangiare. Purtroppo, in alcuni paesi non funziona comunque. Non mi sono trovata bene né a Istanbul né in Thailandia da questo punto di vista. Quindi il mio consiglio è sempre di essere super attenti in prima persona!

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  4. Adesso io voglio a tutti i costi andare all’Hamdi Restaurant e restare lì finchè non sarà SOMMERSA da gatti di passaggio!
    A parte gli scherzi io non ho particolari intolleranze ma ho dei cibi che davvero non mangio e mi capita spesso, quando sono in viaggio, di non riuscire a comprendere bene i menù ma di solito mi arrangio appropriandomi del piatto di qualcun altro… sono malvagissima!

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    • Io mi approprio spessissimo di quelli del mio ragazzo! In Thailandia una volta avevo preso un piatto che si è rivelato piccantissimo, tanto da non riuscire nemmeno a metterne un’unghia in bocca… l’ha dovuto finire lui!
      Ps. Non devi per forza andare all’Hamdi.. sarai sommersa di gatti in tutta Istanbul. Ma ammetto che la vista e l’accoglienza di questo ristorante sono top!

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  5. Mi dispiace che tu abbia trovato tutti questi problemi, sembra che la celiachia sia un problema solo occidentale da ciò che ci spieghi. Possibile che in una città grande come Instanbul non ci siano celiaci o che questa non venga diagnosticata?

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    • Proprio di questo mi sono stupita. Posso capire in ristoranti magari piccoli e che attirano gente del posto, ma anche in hotel non mi hanno saputo aiutare. Prossima volta che vado, perché mi sono ripromessa di andare, indagherò, perché proprio non capisco!

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  6. I tuoi sono sempre ottimi consigli per chi è intollerante al glutine. Sei sempre molto sincera ed onesta nelle tue recensioni e questo ti fa onore.

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  7. Purtroppo non tutti i paesi capiscono ancora il problema del glutine, per fortuna esistono persone come il ragazzo del Last Ottoman che non solo ti ha ascoltata ma capendo le tue esigenze ha anche accomodato i piatti togliendo il riso.

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  8. Decisamente un problema del nostro tempo e, da come mi ha detto un nutrizionista con cui ho parlato a lungo, “merito” delle farine raffinate che i nostri genitori si sono mangiati prima di avere noi che hanno modificato in alcuni soggetti, addirittura il reparto genetico. Sei paziente e molto brava a viaggiare lo stesso, con tutti i pro e i conto… ti ammiro!

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    • Penso che non ci si può bloccare e stare fermi per un’intolleranza. Forse sono anche abbastanza fortunata che, se trovo contaminazioni, al massimo sto una mattinata male (che in viaggio non è proprio bellissimo), ma è un peccato che tante persone che magari stanno peggio di me abbiano paura di viaggiare perché non siamo particolarmente tutelati.

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  9. beato per chi ha una lieve intolleranza si può permettere di viaggiare , purtroppo ho una forma molto grave di celiachia , mi devo accontentare dei documentari . non posso permettermi di viaggiare il mondo e rischiare di morire

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    • Beh.. quando si ha allergie così forti, il mio consiglio è di stare in appartamento e riempire la valigia di pasta, prodotti per la colazioni e confezionati. Almeno si può cucinare autonomamente, magari comprando solo verdura e frutta ai mercati locali. Io ho fatto così più volte.

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